1 GENNAIO 2021: ENTRATA IN VIGORE CONFLICT MINERALS EUIndietro
Il regolamento europeo 821/2017, entrato in vigore nel 2017, comporta anche alcuni obblighi per gli importatori, che si applicano a partire dal 1° gennaio 2021.
Il regolamento può essere considerato l’equivalente europeo della legge statunitense sui Conflict Minerals (articolo 1502 del Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act), infatti nasce allo scopo di impedire che i profitti provenienti dal commercio di alcuni minerali e metalli siano utilizzati per finanziare i gruppi armati responsabili di conflitti e di violazioni dei diritti umani in alcuni paesi dove sono presenti miniere.
Il campo di applicazione riguarda i quattro minerali già oggetto della normativa americana (Stagno, Tungsteno, Tantalio, Oro), inclusi i loro metalli.
Tuttavia il regolamento europeo presenta importanti differenze, ad esempio in merito alle “zone di conflitto o ad alto rischio”, che il regolamento non elenca, al fine di poter includere qualsiasi area del mondo che corrisponda a determinati criteri, descritti nella raccomandazione 2018-1149.
Inoltre, vengono definite delle soglie di quantità importate annualmente, diverse per ogni singolo minerale o metallo, al di sotto delle quali il regolamento non si applica.
Il regolamento distingue tra imprese a monte (es. miniere, fonderie e raffinerie) e imprese a valle (fino a chi realizza il prodotto finito).
Gli importatori devono attuare una gestione conforme ai 5 passi che l’OCSE ha stabilito nelle sue Linee guida (5 Steps Framework):
· stabilire solidi sistemi di gestione aziendale
· individuare e valutare i rischi nella catena di approvvigionamento
· gestire i rischi individuati
· eseguire un audit indipendente svolto da terzi per la verifica della due diligence nella catena di approvvigionamento
· elaborare una relazione annuale.